Antonio Ciavolino aka newclear, nacque l’8 di marzo in Torre del Greco, dove visse l’età scolare. Conclusi gli studi medi e superiori in quel di Sorrento, ritornò a vivere alla falde del Vesuvio, per poi trasferirsi definitivamente a Pietrelcina, in provincia di Benevento, terra del Santo e delle streghe.
Suoi testi compaiono nell’antologia Voci del Duemila – i poeti del terzo millennio – anni 2002 e 2004 – edizioni Golden Press (Ge.)
L’autore pubblica i suoi testi e collabora con:
http://www.scrivere.info/poeta.php?idautore=6983
http://www.poesieracconti.it/community/utenti/antoniociavolino
http://www.rimescelte.com/poeta.php?poeta=6983&n=Antonio+Ciavolino
http://www.erospoesia.com/poeta.php?poeta=6983&n=Antonio+Ciavolino
http://www.impulsesart.it/j//?option=com_rsgallery2&Itemid=99999999&catid=142
– Le prostitute vi precederanno nel Regno dei Cieli – Suite 1
I -Venne domani
sul bordo del giorno.
Oggi,
.
giusto come ieri,
giunse l’ospite,
il salvatore e il suo sorriso,
erano gli occhi,
.
forse,
.
dimentichiamo
la consapevolezza
desolata, l’ultima
battaglia persa,
dico per me
e per la mia aria
da scampata;
.
mastico
il fato nel morso
della strada,
aspetto.
.
Il mio nome è Marta,
e significa
la padrona di casa.
.
Le parole hanno umori
di fiori,
se le sfiori.
.
Il mio nome è Marta
e sono, semplicemente.
.
II – Morii dopodomani,
in un giorno chiaro e possibile,
al suono del sole che nasce,
amato canto, alato ed altrimenti.
.
Altrimenti, ma che c’entra
altrimenti avrei scritto verità
sulle foglie come un gioco
di dialoghi in aprile eppoi quest’oggi
mi chiamo Maria e quel che annoto
è mio divertimento; il mio lavoro
è scorrere stagioni, sul ciglio
delle strade ed altrimenti
.
morirò avant’ieri,
dove la notte è nera come graffio
di matita impunturata al cielo
dove la punta cede e resta
l’inutile calamo incolore
.
ed il dolore diluisce in nostalgia
e lo sa dio se occorre,
una sensazione di leggero smarrimento,
una percezione selettiva, qualche emozione.
.
Prima di morire
da un giorno all’altro,
mi alzai per riguardare
questi appunti scribacchiati:
un vero e proprio urlo
m’assalì con la fatalità.
.
In piedi, con giacca e cravatta
slacciata o sbottonata Maria,
– quest’oggi così mi chiamo –
ha l’aspetto di un fantasma
e non desidera altro
che addormentarsi sul divano.
.
III – Seduzione d`occhi crepitanti,
promesse trepidanti, intrepide
voluttà, nel lampo alle pupille.
Porge una coppa d`incantesimo,
a possedere il mondo,
.
imprescindibile d`amore.
Con certo rossore, m`avvicino,
senza denaro. Quella puttana
d`angolo, la ritrarrei
su tavolette di cera vergine.
.
– Ci salva la pazzia –
Ci salva la pazzia,
quest’amore irredento
per le cose astratte
nell’alito del tempo
che ripercorre dentro
come vento maestro
turbina e squassa
la soglia inquieta
e la stupidità che passa.
.
(Un capolavoro di conseguenze
la resurrezione chi sa
particolari minimi
assoluti ancillari
se basteranno
divagazioni. Navigo
disagiato a vista
aprendo quell’altro occhio.)
≈≈≈
– L’eredità –
Attorno al desco del pane
e del vino, dio è ereditario.
.
L’ora tarda fantastica un’altra coppa
in pantaloni chiari e sottofondo
ma è tempo di parlare della virtù,
il verso nero (pentapodia giambica
non in rima), o la vita di mare;
così, da un mondo all’altro:
.
il fuoco sacro della sillaba
ozia nelle botteghe,
si nutre di pane, parole marce
e decomposte sono, le promesse.
.
Questo scrivere poi,
un frammento burlesco
malfattore insolente preso
dal vino e dell’entusiasmo,
che presta orecchio alla fole
e non richiude la soglia.
.
Delicato riparo d’ombre,
alla luce del focolare,
attorno al desco del pane
e del vino, nessuno
nega la verità.
≈≈≈
– Maria –
^
Sette nomi ti darò
e poi saprò
che scegliere. C’è un percorso
da fare, molto semplicemente e c’è
il silenzio dentro l’emozione
per una condizione che s’avvera:
.
alba chiara bianca
nell’ombra alla cintura
e i sogni d’aquilone:
arcangeli di piuma e più
mia gioia bruna grazia,
nelle sonate di mandolino
ovvie alla luna. Nelle parole
.
tue di vento o di cristallo, tue
nella voce tramontata della sera,
un omicidio nella notte matura
col sangue che dispera
e fuggi per spogliarti sulla riva,
nel cielo senza sole e senza stella.
.
Maria, ti chiamerò! Maria,
come ti piacerebbe, forse
in un segreto abbandonato
amore e trafitto come accade
o recando novità, ritorni.
Maria. Ode gitana, romantica
giornata casta, oscura. Maria,
.
ti darò nome così lo soffierò
a una croce e a una conchiglia;
polvere fra le ciglia
nel correre del vento, tempo
perfetto per una canzone: Maria,
una chitarra, le parole e canta!
– Occhi stellati –
^
I tuoi occhi
prima dell’amore
m’hanno fregiato il sangue,
senza pudore, intrepidi
fremendo presso il vespro.
.
Anima, calda, fontana
nel mezzo del cratere,
granaio, sei diventata,
valle silente. Fuoco
che appicca al cuore
.
e smuove, dopo l’amore,
un ettaro di vigna,
una caraffa chiara
e prolungarsi di tramonto,
occhi stellati,
fino all’aurora, sei.
Commento di Alba Gnazi
‘’Prima di morire
da un giorno all’altro,
mi alzai per riguardare
questi appunti scribacchiati:
un vero e proprio urlo
m’assalì con la fatalità. ‘’
Eh, Ciavolino, appunti scribacchiati tu la chiami, quest’orda gigantesca di emozioni che sfila compunta, preziosa, brulicante di parole.
Appunti scribacchiati: ed è sintassi del sentimento, un poetare che non ammette scuse: così è la Poesia, che afferra per essere ritratta, e scappa per meglio concedersi e lasciar che a Lei si sospiri.
Poesia-Donna, matura infantile irrequieta lasciva consapevole consenziente: prostituta d’alto bordo, come quelle che qui chiami a raccolta, echeggiando femmine bibliche e attesa.
Poesia-Ironia, Poesia-Languore, Poesia-Riflessione: calzante scarpette intessute d’anafore, assonanze, chiasmi, rime interne, sinestesie, allitterazioni – e quasi se ne scusa, e molto se ne vanta, conscia del proprio aspetto trionfale di antichi, nuovissimi abiti; dell’esser posseduta, possedendo e concedendo metafore e allegorie, di risuonare dentro l’armonia di un ‘verso nero’, dentro alla rotondità elegante di un lessico che mai ridonda, che richiama passati e frequenze ritmiche tradizionali elaborate in chiave personale, a designare un originale, intenso Sentire.
‘’In piedi, con giacca e cravatta
slacciata o sbottonata Maria,
– quest’oggi così mi chiamo –
ha l’aspetto di un fantasma
e non desidera altro
che addormentarsi sul divano.’’
‘’Con certo rossore, m`avvicino,
senza denaro. Quella puttana
d`angolo, la ritrarrei
su tavolette di cera vergine.’’
Plausibili, imperfette vite che si moltiplicano nelle sensazioni e nei punti di vista: le parole asciugano le mestizie nascoste di chi – santa o prostituta, con la giacca e col rossore- scavalca il proprio destino scegliendo ogni giorno come chiamarsi, ignorando quel destino e le impurità che sparge addosso attraverso immagini graffiate su cera vergine – candida, inviolata cera: a contrasto e per dispetto: ché le celebrazioni dell’Essere Donna non abbisognano di figure angelicate e clemenze fuorvianti, ipocrite quanto basta per fingere un’accettazione rinunciataria di comprensione, un’ostentata fragorosa benevolenza dal cipiglio altero, compiacente, sussiegoso: no.
Dell’Essere Donna tutto s’ama, tutto s’accoglie: e Tu lo sai,Poeta, che t’attardi ad ascoltare, con ogni senso, in ogni senso,
‘’(…) parole
tue di vento o di cristallo, tue
nella voce tramontata della sera,
un omicidio nella notte matura
col sangue che dispera
e fuggi per spogliarti sulla riva,
nel cielo senza sole e senza stella’’,perdutamente avvinto in un Mistero che si sfama di se stesso.
‘’Navigo
disagiato a vista
aprendo quell’altro occhio’’
‘’Attorno al desco del pane
e del vino, dio è ereditario.’’ :
visione che sonda e affonda in altri Misteri, quelli della quotidianità che si tramanda come un rito, delle domande che imperversano e si cibano di vita e parallelismi, e cercano nomi nuovi da dare alle cose e alle persone per scoprirle e ri-conoscerle, strade note da battere ancora con occhi diversi, in una Ricerca che è di per sé, già sola, uno scopo raggiunto, un’intima gioia, il compimento di un’intenzione – che muta forma, luogo, modo e tempo: come la Poesia, come un
‘’Fuoco
che appicca al cuore
e smuove, dopo l’amore,
un ettaro di vigna,
una caraffa chiara
e prolungarsi di tramonto
occhi stellati’’
da nutrire e di cui nutrirsi, fino all’aurora, tutte le aurore: e il Canto prosegue, circolare, incessante, avvincente.
1 Comment
Ringraziamenti alla redazione per l’ottimo lavoro.
Ringraziamenti speciali ad Alba Gnazi che, poetessa ispirata, consapevole e competente, ha voluto pregiarmi di un commento così articolato. Risponderò ad Alba con le parole di un poeta – Oltre Crisalide – che le indirizzò a me, suo momentaneo commentatore esaltato. Non saprei trovare espressioni migliori: –
” E’ proprio il tipo di commento che sogno la notte,
dove l’attenzione assimila ed apostrofa, ricompone,
giudica con il medesimo metro, e uno nuovo.
Un grazie ancora.”
Un grazie ancora.