Potremmo definirci
ogni ora. Delimitare
spazi allegorici
e frustare mani
desiderose d’infinito.
Saremmo sicuri
di non avere porzioni
d’occhi e chele
sorridenti al taglio
netto
del pericolo.
Dovremmo incontrarci
così
nel sogno o nel sale
conservandoci
tra trincee e mari
arretrando costellazioni
dal ghiaccio che le separa.