I petali del tuo nome la notte
sfarfallano planando senza storia
alle fonti d’acque troppo lontane
per indicare le vie del futuro
ai balestrucci in cammino. Hai scritto
il sapore di un sorriso sul bianco
di una pagina ingenua e uguale al bianco
terrore che ancora imperla la notte.
In punta d’alba rileggi lo scritto
responsabile di una breve storia
d’inganni, breve quanto il mio futuro
viaggio attraverso stagioni lontane.
Giocammo a scoprire le oasi lontane
sfidando la sete e il miraggio bianco
di vacanze in un incerto futuro;
e facemmo programmi nella notte
ansiosa di vivere la sua storia,
nonostante tutto fosse già scritto.
Dimmi, se vuoi, e se davvero ciò è scritto
che le memorie son forme lontane,
anzi, i soliti scherzi della storia
combinati per confondere il bianco
con un nero più fondo della notte.
Parlami, si-t plaz, di quel futuro
che non potrà ripetersi in futuro,
e di quel ci vediamo che hai scritto
sui cristalli di fiordibrine a notte,
poveri doni di notti lontane,
povere notti pittate di bianco…
Ed era sempre la solita storia.
Te ne prego, smetti con questa storia
se tutto quanto resta del futuro
è il moto diastolico della notte.
L’universo non è mai stato scritto;
e abbiamo visto sillabe lontane
tentar di comporsi nel cielo bianco.
Sillabe appese, storia della notte,
futuro antiorario, voci lontane,
bianco trapezio, teorema mai scritto…
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Un brivido lungo … una sestina e oltre