Sono stanchezze che sbattono
si sfibrano sugli argini
di una corsa a singhiozzo
trattenendo il fiato
come in un sacchetto
per guarire e sperare
in un fiato, il tuo
sempre in condensa
su pareti di pelle stanca
la forma mi cade
e non ritorna si fa serpente
arida si sparge e noiosa
come neve artificiale soffoca
morta dentro al sogno in spire
che spolvero ogni sera
prima di spegnere
quell’unica candela.
Si perde tutto,
allora.