MOOD

non può essere acqua
ogni accenno di quelle molecole
che poco a poco si fanno roventi – né
avanti il boccascena, né
alle quinte massacrate per l’ansimare
gemiti e locuzioni intravisti
e non uditi – l’uditorio ode,
odia flessibilmente; e flessuosa,
fluttuante in punta di luce… no,
fuori dell’occhio di bue, ai pascoli sfagliati
dai battiti sismici – ma sarebbe un copione diverso,
come la diversità passiva
d’ogni tipo di morte

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