Presto

Presto

Ebbene? Teppaglia, noi? La superficie
numinosa ma ben poco rinfrancante
dei nostri soma… e siamo a passeggiare
all’ombra, o sulle nostre lombrosiane
ombre. Le facce banditesche vogliono
soltanto assaltare detriti feticci liquami
brandendo bisturi tali che
al cor si comanda, eccome!
Dama(o)scena, di quale alfiere
vai alla cerca? Nessuno saprà
mai – e poi forse – la tua identità,
quella che ti costrinse al giocoforza
dove infine il gioco è sempre quello,
tenta (e spesso senza esito) di renderci
captivi vietandoci tenerezze
da non dire. Ma intanto
lo scrivo qui. come fosse
indelebile tattoo.

E i sommovimenti del bacino, sul farsi del sonno,
lo provano; così come
si prova timorosamente a eludere
l’immaginifico malpensante.
Non ti vorrei prigioniera, e
dal momento di questa
dichiarazione quasi fideistica
scatta una fioriera di catene
e il viaggio, chiaro, si priva d’approdo.
Il ticket di sola andata lo conservi
sottopelle, tra geografie di senso
e metallo erodente. Libre, per un par
d’eterni bit. Anche fuori
da l’Isla de Cuba. Di sconveniente
c’è il neon che insiste sulla
parente assai stretta del Sonno:
seccatura non da poco.

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