A quella Casa_lingua

Prozac

A giudicarti piuma
affliggendo passaggi limbo
tra mani impudiche affilate
ed armi seduttive televisive.

Dimesse, al lascito bidimensionale
di un monolitico cazzo di passaggio
come gioia fiction ritrasmessa
nell’etere infinito

O leggeri passi in tacchi tic tac, che a reputarli piume
d’ali strutte al basso dirompente e voglioso
Rinchiuse in camice cucina e pentolame ansiogeno
e voragini isteria tra le cosce alluvionate Prozac.

Così

a volte dispari al senso; mi sbirci dal tuo reame
Lasciandomi una spanna sopra
a richieste avvinte d’alibi
o mezze frasi di rapimenti possibili

Quasi fossero:
sincere promesse
e allucinatorie
liberazioni

 

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