Il tempo dei feroci canini
o della spinta dei Leoni
Degl’occhi sfatti in chirurgici conati
Tra divaricate cosce senza rete
come pretenziose cadute circensi
[Sono echi di pietra
spedite nei Canyon]
L’ombra che m’uccide
ritorna tra i passi rotti
dell’inquieta raggiera
Sollevando come un condor
tutta la sua portanza
in un battito d’ali
e di ricordo
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