Del gioco, le sciolte reminiscenze del dopo
Il riscatto arcuato nel ciglio del fare della notte
Che suadente spola tra i campi Elisi
E triste spergiura di canfora stantia
il cuore dei prati freschi al verde pittorico
ed il mio racchiuso segreto orto d’amore scomodo
Felci, lungo_taglia escluse
da radici aggrappate al merletto quiescente
Sottane sparse lungo i vertici
nel lago mentale presocratico statal impoverito
come duale senso d’onnipresente possessione
E’ del senso stesso di questa Vita
che si indispettiscono i bordi! [proprio lì]
Nel fare scriteriato delle nocche sfregate
sulle costole del proprio sentimento stuprato
Nel non distinguere l’amore come ambivalenza alla stasi
o il fermo dei secondi come involvere straniero
alla reali esigenze dello spirito.
La catarsi
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