Cioccolata radioattiva

chernobyl2

È l’incertezza del mattino
che mi rende colpevole
profumando di nebbie ed esilio

dove resto immobile a contare
qualche moneta di cioccolata
in una tasca svuotata dall’anima

Ho spento la luce
sui primi vent’anni
con una mano
che tendeva il dubbio
per questo futuro

Non avremo mai
[mi ripeto nel buio]
un solo posto
dove arenarci

Dove rievocare
quella forza salda
che ci distinse dal grano
e ci salvò dalle trebbie.

Negli orecchi da figlio
ho ancora un tratto di lama

Quel feroce frinire tagliente
di una lingua di fuoco e d’amore

E nessun grembo per rifugiare
ciò che tuttora è scampato
alla forza delle mie braccia

 

 

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