SHE’S WAITING FOR A PORTRAIT di Francesca Lavinia Ferrari – Matisklo Edizioni 2014 – ISBN 978-88-98572-26-7

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di Giangiacomo Amoretti

UNA VOCE CHE RIMANE NELLA MEMORIA

in margine a «She’s Waiting for a Portrait»

Una raccolta poetica, questa di Francesca Lavinia Ferrari, che è tanto varia e articolata quanto, nel fondo, compattamente unitaria. Ognuna delle tre sezioni, infatti, corrisponde a una sperimentazione poetica diversa, senza però che ne soffra l’impianto complessivo del libro, basato sul confronto-scontro con un’intensa esperienza umana: l’esperienza, reale ed anzi in certo modo realistica e insieme tutta tramata di significazioni profondamente simboliche, di un “personaggio” femminile che è sì, forse, l’alter ego dell’autrice, ma anche, nel contempo, l’espressione emblematica della condizione della donna, di qualunque donna, del nostro tempo.

Se nella prima sezione viene scelta una forma poematica, che dà luogo a una sorta di breve “narrazione” scandita in tre tempi, nella seconda sezione prevalgono i modi di un lirismo forse più tradizionale, o – per meglio dire – di più sicura ascendenza classica (una classicità ovviamente tutta novecentesca: quella, tanto per dire, di un Cardarelli, di un Penna, di un Ungaretti), con testi brevi e a volte brevissimi, spesso cadenzati secondo ritmi riconoscibilmente endecasillabici. Nella terza sezione infine si alternano poesie più brevi con altre più lunghe e distese, dove i motivi lirici, sempre fondamentali, si intrecciano con spunti dialogici o narrativi. È come se un unico movimento, un unico respiro poetico spingesse la forma-poema a disaggregarsi, svelando i propri nuclei lirici più profondi, o all’inverso a riaggregare i diversi frammenti in una unità poetico-narrativa superiore. Certo, dipende in quale “direzione” si scelga di leggere l’opera: se privilegiando cioè i tempi più brevi della lirica o quelli più articolati e complessi del “poema”; ma non è impossibile cogliere i due movimenti come strettamente legati l’uno all’altro ed anzi come espressione entrambi di un unico respiro, di un unico ritmo – per così dire – di sistole e diastole.

Basta considerare il poemetto che apre il libro e ad esso dà il titolo, She’s Waiting for a Portrait. Qui è evidente lo sforzo di evitare non soltanto qualunque scivolamento nell’effusione sentimentale o nel patetismo, ma anche qualunque deriva verso forme più o meno esplicite di lirismo. Non soltanto non c’è un personaggio che dica “io” – sostituito da un generico “noi” («I paesotti ci tagliano le vene»; e poi nel finale: «Andremo per la mano, come tutti / quelli che si amano») o più spesso da un “tu” che, pur alludendo in modo chiaro all’io narrante, lo distanzia e per così dire lo oggettiva («Eppure amasti […] Amasti / senza sapere il nome / né ricordare il tuo»). Ma anche e soprattutto – sempre su questa linea di ribadita oggettività – la “narrazione” poggia su una fitta trama di immagini talora duramente e aspramente concrete, nelle quali l’intento originariamente metaforico lascia spesso il campo ad una allucinata e quasi visionaria descrittività: «Hai forza / – scaturita da paure bombardate / sulle spalle del sonno – / terremoti indelebili di dentro / – vulcani dai suoi lobi / lava dal naso / bava dal gorgo fetido […]».

Eppure questo continuo sovrapporsi, ansioso e inquieto, di sempre nuove immagini di una realtà tanto scabra quanto distante non riesce a cancellare il respiro e il calore di una pulsante soggettività femminile, che ora sembra celarsi dietro le cose, ora venirne fuori, quasi rabbiosamente, ora lasciarle dietro di sé, ora reinventarle e quasi ricostruirle. Ed è – il lettore non può non rendersene conto – quella stessa soggettività che, al di là dei confini del poemetto, ritorna a parlare, con una voce diversa ma pur sempre riconoscibile, nelle liriche soprattutto della seconda sezione.

Alla fine, una volta chiuso il libro, è questa voce che rimane nella memoria (come forse dovrebbe accadere sempre quando si sia letto qualunque testo letterario, ma in particolare un testo di poesia): il suono e il timbro di questa voce, la sua musicalità, la sua umanità, la sua forza intensissima.

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