Attraversammo vicoli
quartieri disabitati, ghetti
nella città buia della disperazione.
Ci ritrovammo a stomaco vuoto
languore negli occhi e non poter dormire
di traverso sui giacigli che
ci scricchiolavano rumori antichi
di foglie di granturco rimestate.
Non ci rimasero carezze nelle tasche
tenemmo tutto attorcigliato al collo
e la testa fu dolente.
Il cappio ci si copiò dentro e
ci legò i polsi.
Tra camini sbuffanti
fiorì un’isola di parole
su cui naufragammo senza voce.
Dormimmo all’addiaccio
ma ci salvammo dal mondo a lungo
nostro carceriere.
Sai, questa notte chiara
che ricorda un sacco a pelo di sabbia
mi domanda se verrai ancora
a dondolarmi le spalle
se mi punterai per sempre
quello stelo di fiore alla scapola
tu che porti all’occhiello
il nostro amore
painting: Simone Fugazzotto