Cosa c’è di sregolato
nei treni a lunga percorrenza, fra suolo e giorno,
che non si possa tacitare? Nel sonno cosmico
degli alberi,
io sono il dettaglio che non si ricorda. Eppure,
ho memoria. Del silenzio degli uccelli al mattino,
delle scarpe che non ho indossato. E
di un vicolo cieco:
il mio orizzonte perfetto.