foto di Stefania Di Lino
Gli inediti che offro ai lettori di Bibbia d’asfalto, come si può vedere dalle date in calce, sono stati scritti nel 2020 e dunque è un lavoro a cui mi sto ancora dedicando. Non ho mai messo le date alle poesie che ho pubblicato perché non le ritengo necessarie per il lettore (io le conosco in quanto scrivo a penna su quaderni o agende la prima stesura comprensiva di data), ma stavolta le date acquistano un senso in seno agli eventi sconcertanti che il 2020 ci ha portato. La prima poesia di questo futuro libro in realtà è stata scritta l’8 febbraio quindi un mese prima dell’inizio della nostra avventura nel mondo del Covid. Un mese prima che la serrata ci costringesse a casa. Ecco quello è stato un periodo in cui ho scritto molto, quasi che l’improvviso stop ai vari impegni quotidiani avesse aperto in me una sorgente da cui la poesia è scaturita come un fiume in piena. Non parlo mai in queste poesie del virus ma certamente in qualche modo è presente se non altro per l’atmosfera che ci ha creato intorno e che necessariamente ha cambiato la nostra percezione del mondo e di noi stessi.
Stasera il silenzio s’è incarnato
nel corpo acciambellato del mio gatto
e come me fa le fusa all’invisibile.
19/11/2020
E’ la dicitura blindata delle cose
una forma d’imperfezione
– come nei diamanti-
migliore e più preziosa
della perfezione stessa.
E’ quella che i poeti cercano
la combinazione
non solo di essere e di apparire
ma d’altra che passa
tra giustizia e sostanza.
22/3/2020
Trema chi dell’abisso fa suo seme
e teme sia tenebra il raccolto,
ma poi la luce viene
a raggi o a perturbazioni
ed è una forma di limpida materia
l’amore che ne scaturisce
e sgrana le ore nell’opera del tempo
ma non è questo ad invecchiarci
è quanto tratteniamo
– tutto ciò che non lasciamo andare.
23/3/2020
Se noi, imperfetti,facciamo cose perfette
– una sedia, un maglione,
un piatto di pasta, una poesia –
è perché quel che ci muove la mano
attraversa il lume della perfezione
e lo assume come una responsabilità,
un fare altro che nell’attenzione
nomina il corpo amato delle cose.
E’ perché siamo noi stessi opera amata
e non ci basta essere vivi
quando più alto sentiamo il mandato del fiato.
14/4/2020
E’ solo presentimento del bene
la gioia improvvisa di certi attimi
avvampati sulle guance del tempo
sfuggiti alle sue necessità?
O è la vita quando felice
aderisce al corpo disegnato
dal volo delle rondini nel mio corpo
che con slancio le segue
e come loro mai – del tutto- atterra?
19/4/2020
Cospirano le mani e lo sguardo
per obbedienza a una segreta voce
a un più alto domandare
la remissione della colpa
di non saper ricambiare la promessa
quando scrivendo senti il nemico
scorrere nelle vene
ma in esse – nelle piene della loro giustizia –
il male s’incaglia e depone le armi
eppure sai che ha perso solo una battaglia.
9/5/2020
Ha il peso di un’abitudine
il nostro guardarci
senza mai allentare la presa
o come un verso scritto al buio
davanti al quale sgrana gli occhi
la luce
e s’annida sotto la verde pisside dei pini
perché le sia di ristoro l’ombra
e a noi sia più facile
lo scrutinio dei non
che chi muore ci pianta in bocca.
13/9/2020
Una palla e dei bambini
sul prato incompiuto del mattino
tirano giù il cielo innalzano la terra
ne mettono alla prova la pazienza
con le loro grida sparpagliano la flotta delle nuvole
prosciugate dall’incredulità.
E non importa se non è tutto qui
perché qui è tutto
perché come un granello di polvere
è d’inciampo alla luce
è in simili granelli di luce
che il male inciampa
e cade.
22/9/2020
Sapere quel tanto che basta
per decidere se portare l’ombrello
se uscire con gli abiti previdenti dell’autunno
o indossare qualcosa di più leggero.
Ragionare un poco con il cielo
sentirlo felice e sollevato
di poter rispondere a domande
così semplici.
1/11/2020
Qui sotto, dal lato della casa
col balcone proteso verso Ovest
– dove spesso m’apparto –
costruiscono due case
così il lavoro dei muratori
entra nel mio lavoro e lo fa tremare
perché a differenza delle case
il mio lavoro non ha fondamenta fisse
ma sta aggrappato
alla punta della penna.
10/11/2020
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Questa foto la scattai io al Festival di Sirmione