Delle notti ho fatto lame
per scollare
il giorno dalle spalle
Ma, il gufo
bianco
[che sospira e intercede]
gracchia inesorabile
alle 7 del mattino.
Non sono pronto,
[mai lo sarò
mai lo sarò!]
Poiché il suo bianco oculare
attraversa l’intera mia cecità
come un proiettile
[punta cava
corpi esplosi
pochi resti
da seppellire]
Resterò fermo:
immobile a quella stella che ci comanda
annusando il riflesso dell’ombra,
raccogliendo sudore
da quest’alba senza padre,
per asciugarmi poi
dalla sozzura del sole
Pacifico
con il tono della notte
sotto lingua
e la fronte,
perfettamente
asciutta