Charles Simic / Poeti Internazionali

Il mio ineludibile entourage

Non siamo mai stati presentati formalmente.
Non avevo idea di quanti fossero.
Era come un discreto entourage
di angeli e demoni nostrani
che avessi incontrato prima
e poi in gran parte dimenticato.

Nei momenti di pericolo si facevano vedere poco.
Dove sparivano tutti?
Una notte lo domandai a un criminale
che mi puntava un coltello alla gola,
ma anche lui era spaventato,
e mi lasciò andare senza una parola.

Sconcertante, agghiacciante
dover pensare alla propria solitudine,
come aprire un libro per bambini –
non avendo niente di meglio da fare –, leggere delle stelle,
che possono permettersi di impiegare secoli
per giungere fino a noi su un barbaglio di luce.

Club Midnight (Adelphi, 2008), trad. it. Nicola Gardini

Viaggiare

Mi tramuto in un sacco.
Un vecchio straccio
mi porta fuori all’alba.
Ci trasciniamo, curvi.

Ecco qui, dice, la cravatta blu,
un uomo l’ha scalata mentre gli stava al collo.
Ora lassù singhiozza
perché non sa come calarsi giù.

Ma io non dico niente, cosa può dire un sacco?

Ecco qui, dice, il cappotto.
Il suo nome è Achab, i suoi sono i nostri stracci.
È in cerca del sarto che lo ha fatto.
Vuole strappare via tutti i suoi fili neri.

Ma io non dico niente, cosa può dire un sacco?

Ecco qui, dice, un paio di stivali,
mentre andavano a fondo, mentre andavano sotto
la loro vita videro in un lampo,
dovunque andremo, si aggrapperanno a noi.

Ma io non dico niente, cosa può dire
un sacco rigonfio di stoppa fino al collo?

da Hotel insonnia (Adelphi, 2002)

Hotel Insonnia

Mi piaceva quel mio piccolo buco
con la finestra che dava su un muro di mattoni.
Nella stanza vicina c’era un piano.
Un vecchio storpio veniva a suonare
My Blue Heaven
due tre sere al mese.

In genere, però, era tranquillo.
Ogni camera con il suo ragno dal soprabito pesante
che cattura la mosca nella rete
fatta di fumo e cerimonie.
Era così buio laggiù
che non riuscivo a vedermi nello specchio del lavabo.

Di sopra, alle 5 del mattino, scalpiccìo di piedi nudi.
Lo “Zingaro” che legge la fortuna
(ha il negozio all’angolo)
va a pisciare dopo una notte d’amore.
Una volta, persino il singhiozzo di un bambino.
Era così vicino che per un attimo
pensai di singhiozzare io.

Hotel Insonnia (Adelphi, 2002), trad. it. A. Molesini

Charles Simić (vero nome Dušan Simić) (Belgrado, 9 maggio 1938) è un poeta, traduttore e accademico statunitense di origine serba.

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