da “Canzoni di cortese villania” – Puntoacapo Editrice, 2008

Le torri saracene fino a ieri

gli ossigeni splendenti in mare aperto

acquaioli e bruni contrabbandieri

sapevano decifrare i deserti.

Gli altri erano sempre gli altri l’esperto

di maree confidava che i filari

(Dio divenne poi un prezioso reperto)

sputassero un mosto da capogiri.

Il deserto è una notte che non basta

nominare e vedere da vicino

i profughi portano a spalla paesi

interi alcuni con aria entusiasta

raccolgono acqua e notte in un catino

riuscendo a sognare per mesi e mesi

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