Essere (di Giovanni Perri)

presto accade la vita:
càpita in bocca un nome
che la tiene
appena nascosta prurigine
di forme
tra le ossa del pane
e del vino
negli spigoli d’acqua
in fondo al coro dei sensi
nel tempo esatto delle voci
sole e multiple
sotto i giacigli d’erba
dove cade
l’esatta
congiunzione
di me
perduto
simbolo
di carne e parola
Càpita in un raccordo di luci
di trame orbicolari piogge al nylon
tra ponti invisibili
di lingue
a toccarsi

Ma
io
adesso
dove sono?
in quale flusso del sangue
dimoro?
c’è solo uno spiraglio
tra le carte
qui
nei vuoti a smarrirsi
delle sillabe
e un millennio di albe
a prendermi;
un archetto
di vento
a scoprirmi

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