Mi chiedo come si possa nascondere il cielo dietro un dito
Come si possa ritrovare le parole e adattarle agli scheletri,
alle ossa che ottundono e che mentono riascoltando il passato
A gola aperta e a cuore stolto si è urlata forse una reale e solidissima bugia
Come se, le tracce di queste parole strozzate non avessero peso alcuno
Come se non avessero mai levigato i corpi tesi e frementi
Mi chiedo come sia questa menzogna, questo silenzio che pure parla e geme
di secondi trafitti in nome di un qualcosa che sembrava eterno e immortale
Tanto si può calpestare la fragranza delle parole, tanto si può odiare
Fino a questo punto si deve lacerare la mia immoralità
Così è questa sola miseria
che origlio in me e non solo,
che scorgo fuori e che non credo.
Dietro le parole perdute,
presunte trame rattrappite
sciami di dolore in leggerezza
Io, lascio la tenda aperta
aspettandomi ormai
solo un sole che muore