“La Dittatura dell’amore” di Antonio Nazzaro

Dalla prefazione di Stefano Simoncelli

(…) Sono versi pieni di disperazione, amore e tenerezza. “a dire non avere paura Antonio/ ti cullo io / di nuovo qui”. Si è sempre a quel punto in cui non c’è rimedio, quelle braccia che ci hanno cullato e di cui avvertiamo l’assenza, il vuoto incolmabile. Ancora: “a giocare l’ennesima partita persa / ma non mollo”, non si può mollare, la vita va avanti e quella donna minuta, fragile, ammalata, alla fine esce dal buio del lutto e diventa luce sulla pagina. La poesia ha questo privilegio e magia se è poesia vera che scaturisce dall’anima. Sono sicuro che un eventuale lettore di questi versi limpidi, puliti, coinvolgenti potrà trovare conforto a un suo dolore di cui non trova le parole per dirle a se stesso e confessarle ad altri. (…)

 

vorrei essere un badante poetico
avere un sorriso stampato
sulle labbra come un verso

rispondere in rima ad ogni chiamata
arrivare con passo di danza
e gli occhi amorosi

ma il tempo spacca il verso
le risposte si seccano
sulle labbra come imprecazione

lo sguardo nervoso
il passo trascinato
ma arrivo sempre madre
sempre

(10 settembre 2021)

**

Malattia. Nono giorno. Persiane abbassate.

di nuovo qui

sembra che culli
ma è un dondolare inconsulto
e mani a tremare
a stringere forte ma forte
l’aria

di nuovo qui

a vedere te
davanti a una sorella
dalle parole senza suoni
dall’urlo epilettico
a squarciare il petto

di nuovo qui

su quel marciapiede di Caracas
a fermare chi vuole ridare fiato
a quel corpo caduto chiamato padre

di nuovo qui
madre
una smorfia di pelle secca
e gli occhi sempre bambini
a dire non avere paura Antonio
ti cullo io

di nuovo qui

a giocare l’ennesima partita persa
ma non mollo
con Daniela in una mano
e il Nano* nell’altra
ti colpisco

tacita e furiosa impotenza
ti abbatterò

(12 settembre 2021)

*Nano ovvero il padre

**

Malattia. Tredicesimo giorno. Pioggia.

Scendo a vedere il tuo sonno. La pioggia scivola lenta lenta sui vetri. Non entro. Dalla porta con paura guardo se il tuo petto si muove nel gesto del respirare. Alla memoria si accalcano i ricordi ma con un gesto della mano li allontano. Hai bisogno del mio presente e io di sostenere il tuo. Ma inciampo in quel tuo prendermi in giro per il mio andare dal barbiere anche se sono davvero pochi i capelli. Solo voglia di sorridere nonostante tutto e tutti. Nascondo il pianto sul lavandino del bagno e dal lucernaio la pioggia dà il ritmo. Vorrei chiederti scusa per tutto il male che ti ho fatto quando la furia correva per le vene a macchiare le camicie di sangue. Ma non serve. Ogni scalino sembra un paramo andino. Sono qui madre con un bacio pronto per il tuo risveglio. Il sugo di pomodoro e gli spaghetti sono quasi pronti. Un bacio tuo o mio poco importa. Siamo noi: Zambonina e il disgraziato. Bacio ma’.

(16 settembre 2021)

**

quell’ossigeno che ti dà respiro
mi toglie l’aria
mentre sistemo la mascherina

che in un sonno delirante togli

darti da bere l’acqua-gel
apri la bocca piano piano
ti toglie la sete per poco

mentre nella mia bocca si fa siccità

mi parli in una lingua che non capisco
mentre mangi più aria che cibo
non ho dizionario che consultare

la mia lingua di traduttore arenata tra i denti

dicono che sei stabile
ma tu vuoi andare fuori
e scalci l’aria e le lenzuola

vorrei finire tutto questo

e stringo il cuscino del dubbio
tra le mani

(15 aprile 2022)

 

Antonio Nazzaro nasce a Torino nel 1963. È poeta, traduttore, giornalista e mediatore culturale. Ha fondato e coordina il Centro Cultural Tina Modotti punto di incontro virtuale tra la poesia italiana e quella sud americana, seguito da 5 milioni visitatori ogni mese. Negli ultimi vent’anni ha viaggiato e vissuto in diversi paesi dell’America Latina dove spesso ha vestito i panni di professore in diverse università. Nelle vesti di mediatore culturale, ha scritto e diretto varie opere di video teatro e attualmente è direttore di diverse collezioni di poesia italiana e latinoamericana per differenti case editrici. Collabora inoltre con riviste ispanofone (cartacee e web) per la traduzione e diffusione della poesia di lingua italiana e viceversa, traduce autori ispanofoni per il mercato italiano.
Ha pubblicato le sillogi: Amore migrante e l’ultima sigaretta (RiL Editores, Chile; Arcoiris, Italia, 2018), Corpi Fumanti (Uniediciones, Bogotá, 2019) e Diario amoroso senza date, Fotoromanzo poetico (Edizioni Carpa Koi, Italia, 2021). Un libro di racconti brevi: Odore a (Edizioni Arcoiris, Italia, 2014) e il libro di cronaca e poesia: Appunti dal Venezuela, 2017, Vivere nelle proteste (Edizioni Arcoiris, Italia, 2017). Suoi testi sono stati pubblicati in differenti lingue su riviste e antologie nazionali e internazionali.
Da sempre vive l’identità d’emigrante figlio d’emigranti.

 

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