LA GONDOLA DEI FOLLI di Franca Alaimo

Franca Alaimo ci invita a fare un viaggio. Il bagaglio deve essere minimo perché ci si muove su una gondola. Mentre l’aspettativa che accada qualcosa di indimenticabile, per quella non sono previste misure. Soprattutto se a remare è Don Chisciotte, l’antieroe di Cervantes. E altrettanto curiosi personaggi presi in prestito dal mondo dell’arte sono seduti con noi sulla gondola. E dato la peculiarità dell’imbarcazione, è ovvio che siamo a Venezia. La protagonista è una bambina, ben istruita, sarà lei ad avere il privilegio di entrare in contatto con queste anime così belle e tormentate. Tormentate, dicevamo, quasi da apparire folli. Ognuna col suo piccolo delirio, col suo segreto irrisolto. Prendete Don Chisciotte, per natura visionario e disadattato, vive un grande rancore nei confronti del suo stesso inventore, per averlo fatto infine pentire, per averlo riportato ad una normalità senza sapore. E non si dà pace, continuamente si chiede il perché sia stata infine rinnegata la sua vera natura. Naturalmente tutto ciò avviene di notte, anzi nel cuore di tre notti. Tre notti in cui il chiar di Luna che si rifrange sulle acque dei canali, mette in luce le infinite contraddizioni con cui usiamo la parola “normale” quando vogliamo sottolineare ciò che non lo è. Ma essere o apparire, credere o dubitare, vivere in una storia raccontata male, subire la calunnia, queste sono cose non apparenti, ma reali. Tra gli ospiti della gondola, c’è la bellissima ragazza dell’orecchino di perla ritratta da Vermeer. È così conscia del mistero che avvolge la sua identità, da non sapere più neanche lei per certo chi è. Così ogni notte racconta una storia diversa, si inventa un nome, una storia plausibile. È quindi folle? Oppure una recidiva bugiarda? No, è solo un’anima tormentata da un segreto che ora nessuno può più sciogliere. A volte è una questione di pigrizia, o di pura ignoranza a spingerci ad usare le parole “pazzo”, “folle”. Ci manca il coraggio di farci un giro in gondola, di confrontarci con i nostri fantasmi. Così marchiamo indelebilmente le persone. E se qualcuno ci chiede, facciamo in fretta a vendere la nostra visione come qualcosa di assoluto e preciso. A questo punto mi sento coinvolto. Il libro mi è arrivato via posta, la dedica recita: “Sebi, sali pure tu sulla gondola, vedrai che spasso!”. Ebbene Franca, nel mio essere un piccolo personaggio pieno di contraddizioni alimentate da dicerie, false e vere, che a continua cadenza vengono versate da calici torbidi solo per il gusto di togliere, bene, ti assicuro che giri sulla gondola ne ho fatti molti. Perché in verità ciò che noi condanniamo negli altri non sono altro che i nostri stessi demoni, messi lì, in bellavista.

 

 

Franca Alaimo vive e opera a Palermo, dove ha insegnato materie letterarie. Esordisce nel 1991 con la silloge poetica Impossibile luna. Successivamente ha pubblicato altre venti raccolte poetiche, due delle quali in forma di e-book. È autrice anche di tre romanzi e di un epistolario. Ha lavorato nella redazione della rivista L’involucro di Pietro Terminelli, e, successivamente, in quella di Spiritualità & Letteratura, diretta da Pietro Mirabile e Tommaso Romano. Attualmente collabora con La recherche, rivista on-line diretta da Maggiani e Brenna. Ha tradotto dall’inglese due brevi sillogi di Peter Russell. Ha pubblicato saggi sulla poesia di Domenico Cara, Tommaso Romano, Gianni Rescigno, Luciano Luisi, Franco Loi, e sui poeti dell’Antigruppo. Molto interessata alla letteratura contemporanea, ha firmato centinaia di recensioni, prefazioni e post-fazioni. E’ presente in molte antologie, blog nazionali e internazionali. Alcune suoi testi sono stata pubblicati su riviste (tra le quali Poesia di Crocetti) e quotidiani italiani. Molti i riconoscimenti ricevuti nel corso degli anni.

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