Lo raccolgo il tuo sospiro
raggomitolato in terra
nell’attesa della spinta dei
miei venti
Dove foderati dolori
non si confondono bene
con i sorrisi, amore mio
Ed è inutile negare la nascita
di quelle piccole gemme
regalate ad occhi chiusi
nella notte
Quando? Quando il tuo sospiro
solleticò l’indegno ospite?
Quando le spose
smisero di vestire il bianco
per te, Amore mio?
E poi, poi t’illudi
t’illudi dell’amore
t’illudi della speranza
E quanta, quanta forza ci vuole
per illudersi così? Per credere così?
Io non concepisco, non ho occhi
e non attecchisco un sol giorno
delle mura dei tuoi crollati Templi
Delle tue corse e delle tue meraviglie,
così solitarie ed incomprese dal tempo
dagli uomini e dagli Dei
Il tuo brillare limpido
il tuo donare senza remore
ogni cosa, senza remore
non lo concepisco
Il mio cuore è troppo piccolo
per così tanta, tanta bellezza