Immagine di © Francesco Albano
A te che forse un giorno leggerai
Lascio l’infinito spazio tra due righe
l’inconcludente balzo nell’universo bianco.
Il mostro, che oggi temo
Spazio e fatica e disamore lascio
Il non costruito presumo,
quell’immobile derisione
di un cucito passo al suolo.
Lascio, lo squallore personale
di un mondo sfortunato,
deragliato nell’inchiostro
Il ligneo candore
di una croce
da bruciare