Lawrence Ferlinghetti / Poeti Internazionali

LEGGERE L’IRREALTA’

Il negozietto di caramelle dietro la soprelevata
è lì che per la prima volta
mi innamorai
dell’irrealtà
Gelatine luccicavano nella penombra
di quel pomeriggio di settembre
Sul bancone un gatto si insinuava tra
bastoncini di liquirizia
e barrette al cioccolato
e cicche Oh Boy

Fuori le foglie morivano e cadevano
Il vento aveva spazzato via il sole

Una ragazza entrò di corsa
Aveva i capelli zuppi di pioggia
Il seno ansava nella stanzetta

Fuori le foglie cadevano
e piangendo dicevano
Troppo presto! troppo presto!

Lawrence Ferlinghetti, in “Poesia” n. 346 Marzo 2019, traduzione di Leopoldo Carra

CHE POSTO E’ QUESTO?

Il mondo è un bel posto
per esserci nati
se non v’importa che la felicità
non sia sempre
così divertente
se non v’importa un po’ d’inferno
una volta tanto
proprio quando tutto va bene
perché anche in paradiso
mica cantano
sempre

Il mondo è un bel posto
per esserci nati
se non v’importa che qualcuno muoia
tutti i momenti
o magari solo di fame
se non siete voi

Oh il mondo è un bel posto
per esserci nati
se non v’importa molto
qualche cervello morto
nelle alte sfere
o una bomba o due
di tanto in tanto
nei vostri visi alzati
o certe altre improprietà
di cui è preda
la nostra Società
coi suoi uomini distinti
e quelli estinti
i suoi preti
e altri poliziotti
le sue varie segregazioni
le investigazioni congressuali
e altre costipazioni
che la nostra carne sciocca
eredita

Sì il mondo è il migliore posto
per un mucchio di cose come
far buffonate
e fare all’amore
esser tristi
e cantare canzoni triviali e avere ispirazioni
vagabondare
guardando ogni cosa
odorando fiori
e dare pizzicotti alle statue
e perfino pensare
e baciare la gente e
far bambini e portare pantaloni
e agitare cappelli e
ballare
e andare a nuotare nei fiumi
a fare picnic
a mezza estate
e insomma
godersi la vita

Già
ma poi sul più bello di tutto questo
arriva sorridendo
l’imprenditore delle pompe funebri.

Lawrence Ferlinghetti (1919, Bronxville, Stati Uniti), in Poesie, traduzione di Romano Giachetti e Bruno Marcer

IL CANE NELLA CASA BIANCA

Vivo qui già da sei anni
se lo chiami vivere
Parlo di stare rinchiuso
È una scena davvero strana qui
Fattelo dire
Non puoi sollevare una zampa
senza che qualcuno ti sbatta fuori a calci
Qui non puoi neanche andartene in giro ad annusare
nel caso tu sperassi di dissotterrare ossa sepolte
No signore le ossa sepolte sono qualcosa che il mio padrone
non vuole siano dissotterrate
E quando suonano l’inno nazionale
non ci si aspetta che io ululi
E non posso nemmeno cominciare ad abbaiare
nel Giardino delle Rose
Non c’è aria fresca qui fuori
Il mio padrone tiene un sacco di discorsi qui
per giornalisti accreditati e leccapiedi assortiti
E ti dico che non è un posto per
un cittadino che si rispetti come me
Ho le piastrine di riconoscimento proprio come quelle che portano i soldati
cosi possono identificare chi è chi
ogni volta che si è rispediti a casa in una cassa
E il mio padrone mi appende una specie di croce santa attorno al collo
per scacciare le mosche suppongo
ma non funziona
Ti dico che è una vita da cani qui
Il mio padrone non tollera cani arroganti
Così cerco di adeguarmi e gli lecco anche le scarpe di tanto in tanto
proprio come fa ogni
Scimmia quando vede un’altra Scimmia farlo
E ho una certa posizione qui
Sono ufficialmente un Cane da Guardia
sempre all’erta per fiutare qualche terrorista nella catasta di legna
Riconosco un terrorista quando ne annuso uno
Devi credermi
perché ne ho fiutati molti qui dentro
Fattelo dire baby
Devo dirtelo baby
Devo confessarlo agli Americani—
Anche quando gli sto leccando le scarpe
Il mio padrone letteralmente mi terrorizza!

Lawrence Ferlinghetti, traduzione di Giada Diano

Lawrence Monsanto Ferlinghetti (Yonkers, 24 marzo 1919 – San Francisco, 22 febbraio 2021) è stato un poeta, editore e libraio statunitense.

Loading

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.