A Theia

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Non avermene dolce Theia
il complesso epistolare tra crateri ed urgenze
splende d’incredibili forze nei Figli satelliti
Girovaga tra lunari percezioni
Ed è crespo caldo su queste labbra terrene.

Ho scorto la tua ombra
e me ne sono innamorato
un passo più in là dall’esosfera.
Ricamando gravità e circolari pretese
All’orbita del tuo ventre dirompente.

Non avermene del tanto amore che ci portasti
Quello scuotere feroce di nembi al plasma solare
O del tempo protratto alla tua scomparsa

Poiché Luna ringraziò
appoggiata al suo scialle stellare
ed Illuminando la tua prole
in quelle notti
ancora folte
di paura

 

 

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