Ti suonerei come un Charleston,
con una cassa in tempo dispari,
e valanghe di rullate.
Ti suonerei con due dita in bicordo
tra le labbra, arpeggiandoti i seni
bianchi.
Ti suonerei tra il sole filtrato e
ti urlerei quando crepa sui
turni serali.
Ti suonerei sussurrandoti,
stonato e sbronzo,
soffiandoti jazz sul collo.
Ti suonerei legno, materasso,
piastrelle e specchio.
Ti suonerei città straniere.
Ti suonerei sbagliando,
per ricominciare da capo
e sbaglierei un altra volta
per riprenderti in note
precedenti.
Ti suonerei progressive-rock,
ignorando gli standard.
Ti suonerei nuova, per
pensieri assolutamente
innovativi.
Ti innoverei pensandoti
suonata con la coscienza
spalancata.
Io ti schienerei per pelle
e capelli.
Io ti specialmente fragile,
perchè tu mi muri fuori,
mi idea per cassa e voce.
Io ti tu mi.
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special!