Di questo male ricordo le trame,
le spole tragiche d’un amore collassato
sul punto fermo e sparpagliato
nella nebbia del passato
Le grige spore di sentimenti infrangibili,
eppur caduti inermi sotto il ferro
Dei polsi logori le stanche catene
nessuna strada, no!
Se non l’unica impercettibile
sensazione d’euforica follia
sparsa sulle tempie
Lo stare spesso fatto – rimane [strafatto]
Quell’iniettare consuetudini all’ago sporco
Marrone come Karma avvezzo al non Idillio
E solitudine liquida
di codardia Pentecostale.
Quasi un urlo innanzi al Cristo
poco prima del deserto
in una fuga pavida
e solitaria
Di questo o quello poi, poco importa
solo la durezza mi sovviene.
E non ci sono parole adatte
ma solo il pensiero assiduo
del marmo freddo
Le braccia bloccate un secondo prima
e tanto sarebbe giunto alle labbra
se del cuore seguissimo la corsa
Non ho più alcuna cosa
Non ho più alcuna sembianza
Solo il gelo del diamante
mi rimane dentro il petto
Una particella ancora
vi sopravvive lì
– e pare –
non sia
amore
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