C’era la spiaggia
il mare, la mareggiata
la mareggiata del cuore.
C’era una guerra infinita
sconosciuta, avviata,
tra le istanze dell’acqua
e quelle della terra.
Tutta la spiaggia era ormai quasi verticale: almeno qua, libertà.
Almeno si sapeva chi era stato
uno stelo
e chi
era stato mietuto.
[Le spugne sanno l’effetto dell’acquisizione: aprono i pori.]
Sì sapeva che il moto perenne
poteva piegare sia il sogno
che il cranio.
Si sapeva di un’ancora per aggrapparsi
e di un’anima per sollevarsi
quel tanto che basta
per non volare via per sempre,
per sostare nei pressi
di una nuova ondata di vento
senza avvertirne l’onta del senso.