Deriva del noi… (sintonia 0)

Deriva del noi… Nella deriva mnemonica desiderammo ricomporci nel gesto di carezzare le ali di sottili arpie realiste, fregiandoci pure di un’idea dell’esistenza: non si riusciva ad esumare o a dar corpo ad alcunché di sintonico. Per qualche secolo ci si occupò del tentativo di ovviare agli inconvenienti esterni che contribuivano ai torpori dell’es , nientemeno.
Si arrivò pertanto alla provvisoria conclusione che soltanto attraverso un’elaborata sequenza di menzogne si sarebbe potuto assistere al dipanarsi, fino al divenire di una tangibile essenza, delle maglie che avrebbero avvolto la diversificazione della sintonia.
Felici della risoluzione in chiave genetico-idealistica che avrebbe permesso di intravedere con un certo grado di chiarezza la via da intraprendere, si cominciò col mentire spudoratamente a tutti: amici, fantasmi, amori, senza alcuna remora, anche e soprattutto quando non ne sussisteva il motivo.
Vedemmo pertanto l’homunculus della sintonia plasmarsi sempre più, perfezionarsi infine in forme via via più delineate.

Una notte (che tuttavia non potemmo, quasi per un diktat autoimposto, che relegare negli antri dell’oblio), una notte, infine, mentre l’afa e il sudore si svolgevano quali sostrati insinuanti come la trama di un arazzo, essa sintonia ci si presentò sinuosa e sublime; e ci avvolse in un abbraccio micidiale. Ci abbandonammo tremanti…

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