Franca Mancinelli, tre poesie da “Tutti gli occhi che ho aperto”

*

ci svegliamo dentro gli occhi di un uccello.
È questo il mondo, un frutto spezzato
a colazione, il cerchio della tazza
specchio che si apre
su un prato, una coperta
a contenerci come un’isola
da cui non siamo nati.

*

l’infinito dei morti
espande un’altra galassia.
Il rosso nel buio continua
a sfociare nel mare
dove siamo senza corpo accucciati.

*

crescono i capelli ancora, le unghie
il peso è restituito
all’aria. Le mani sono le stesse:
il calore è tornato
del sole. Posso sentire
la tua scossa arrivare
come le foglie dal ramo più alto.

—-
Franca Mancinelli è autrice dei libri di poesia “Mala cruna” (Manni, 2007, premio opera prima Laudomia Bonanni e Giuseppe Giusti), “Pasta madre” (con una nota di Milo De Angelis, Nino Aragno, 2013, premio Alpi Apuane, Carducci, Ceppo- giovani), “Libretto di transito” (Amos Edizioni, 2018), uscito nello stesso anno con traduzione inglese di John Taylor, con il titolo “The Little Book of Passage” (The Bitter Oleander Press, Fayetteville, New York). Una silloge di suoi testi è compresa in Nuovi poeti italiani 6 (Einaudi, 2012) e, con introduzione di Antonella Anedda, in Poesia contemporanea. Tredicesimo quaderno italiano (Marcos y Marcos, 2017).
Traduzioni di suoi testi sono apparse su riviste e antologie straniere.
Ha partecipato ad alcuni progetti internazionali, tra cui Chair Poet in Residence (Calcutta, 2019). Dal progetto Refest – Images and Words on Refugee Routes (2018) è nato “Taccuino croato”, ora in “Come tradurre la neve” (AnimaMundi Edizioni, 2019). Nel 2019 è uscito, con traduzione inglese di John Taylor, un volume che raccoglie i suoi primi due libri e alcuni inediti, “At an Hour’s Sleep from Here. Poems (2007-2019)”, (The Bitter Oleander Press).

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