pensare di chiamarla la “non più mano”
per la definitiva cessazione funzionale
ma finché alla signora S. stendiamo sulle unghie
lo smalto rosa a coprire il vecchio rosso smangiato
finché teniamo tra le nostre le sue dita artiche
finché persiste un qualche tipo di commercio fra vivi e morti
quella della signora S. continua indiscutibilmente a essere
una mano
*
al signor T. è un momento immaginare
di togliere il completo blu di Prussia
e i calzini bianchi da ospedale
calcargli un copricapo di conchiglie
e canini di cervo, colorargli
d’ocra rossa pianta dei piedi e mani
corredarlo di semplici strumenti
di guerra e di ordinaria sussistenza:
la scheggia di una selce
un bastone forato
lo schema della chemio
*
la pelle dei morti non assorbe più
finiti gli interscambi
la flessibilità della barriera
quello che avviene sotto
avviene al chiuso ermetico
ti taglia fuori
il morto è già incassato nella pelle
prima che in zinco e legno
quello che avviene sotto chiamalo
l’inespugnabilità
del totalmente solo
(da “Unità stratigrafiche” di Laura Liberale, nella collana Lacustrine a cura di Renata Morresi, Arcipelago itaca, 2020)
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Laura Liberale è scrittrice, indologa e tanatologa. Ha pubblicato i romanzi Tanatoparty (Meridiano Zero 2009), Madreferro (Perdisa Pop 2012), Planctus (Meridiano Zero 2014); le raccolte poetiche Sari – poesie per la figlia (d’If 2009), Ballabile terreo (d’If 2011), La disponibilità della nostra carne (Oèdipus 2017); i saggi indologici I mille nomi di Gaṅgā (Edizioni dell’Orso 2003), I Devīnāmastotra hindū – Gli inni purāṇici dei nomi della Dea (Edizioni dell’Orso 2007), I nomi di Śiva (Cleup 2018). È presente tra gli autori di Nuovi poeti italiani 6 (Einaudi 2012).