Idola

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Arrivi al punto che tutte le voci ti collassano

una sull’altra, come piani di un crollo annunciato; impossibile

distinguere la voce di un bambino dal latrato di un cane. Puoi solo

immaginare nuche albine, perlescenti. E pensare che di queste pseudo-vite

da tramonto aranciato sullo sfondo sia più cosciente la tua tazza incrostata

di caffè vecchio e di smunte certezze; che siano più cariati gli smalti

bianchi lucenti a contatto con le frasi fatte e gli animaletti

swarovsky in ordine finto-sparso-casuale; che vivremo

e moriremo come un boccone sputato a terra

e poi rimesso in bocca

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