del turibolo inodore fra due lame affilate, ricordi?
Ero io, che attendevo la sentenza scorrermi
in un rivolo osceno dalla vita in giù, come dal fiume al mare.
E ora non mi resta che legare corde ai ramoscelli, per segnare il cammino.
Seguo la corrente, in attesa di un vento che mi strappi dalle vene un fiotto di calore.
Aspetto che mi si lasci libero il passaggio, largo solo dalla morte in poi
come dal fiume al mare.
4 Comments
Sempre originalissimi ed emozionanti i toni della tua scrittura poetica.
Un abbraccio, cara Donatella, silvia
Grazie di cuore carissima Poetessa, ti abbraccio
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Accidenti, un maledettismo quasi inedito nelle tue composizioni. Magnifica Dony, congratulazioni sincere
Grazie infinite Fabri, si è un maledettismo che nasce da un male di vivere non già vissuto con disagio o sofferenza ma quasi come una parte irrinunciabile di sè stessi, forse la migliore.
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