Lacrima di mare

Ci troveremo sgambati
nell’iperbole del mosto
da fine ottobre, a inizio gotto
assoldato dai fiati di tromba
del vino: una bomba che rimbomba nel cerebro
con un click senza ciack sotterrato fino alla tomba.
Ma prima ancora nell’intermezzo dell’interspazio
mentale, spirituale, animale
coi fumi, fumosi, fumanti
accaniti sui neuroni
saremo accigliati -beh si dà il caso ché non sia edificante-
nel constatare la transumanza
dei buoi senza Dei che si beano dell’erba, la loro, più verde
di quella del vicino non come noi con Dio
che scadiamo giù come il guano
fin dai rivoli delle origini
da tutti i monti fino al Sinai
della fonte egizia
surrettiziamente erogando
a tutte le foci dei fiumi
per sfociare in una ebbrezza
data e creata da tutta la brama del mondo
dicendoci di volerci ubriacare
e forse ci riusciremmo senza affanno
in una semplice lapalissiana
lacrima di mare.

Foto di: Carla Colombo

 

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