Ha un nome – la luce –
che attende sul
confine del mattino
un sonno ancora
ebbro di lacrime
e sospiri.
Incosciente
l’occhio distingue
l’ombra sulla parete
e bianca
è la pagina da scrivere
o non scrivere.
Dista due carezze
dal sogno
la tenebra che inghiotte
l’idea d’un verso nuovo,
matrice di intenzioni.
Irradiami, luce!
So che investirai i miei passi
ma solo gli sprovveduti
periranno al tuo contrario
che in proporzione doppia
ci ammanterà
Ill: Anna Dittmann