#78

L’orologio scandisce
il disamore, come sempre
rintocca le sedici del pomeriggio.

Sfioro ogni volto
nel crepuscolare giro di bicchiere.
Mangio le parole, le strozzo in gola,
come fossero verità in tutto questo tormento.

Fuori dal bar, sarà la fine
[mi dico]
a cogliere le stagioni
non sarà il frutto, ma la fame.

E siamo oggi; siamo
solo quando ogni cosa
rallenta e soccombe.

Siamo: dentro i neon delle Slot
o poco più in là nei parcheggi
a chiedere ancora che ora è
mentre
agitiamo le braccia
alla ricerca di campo.

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